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Eccoci quà!

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venerdì 13 maggio 2011

BILANCIO AMBIENTALE E RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITA’

Il Bilancio Ambientale (chiamato anche Report) è un nuovo strumento di comunicazione, volontario adottato a partire dagli anni Novanta. Sviluppato per una maggiore consapevolezza dei
pericoli derivanti dallo svolgimento delle attività sull’ecosistema, si è deciso di comunicare con questa documentazione l’impegno verso l’ambiente.

E’ un documento informativo che si occupa di un determinato settore dell’attività aziendale di un’impresa/azienda cioè il rapporto che essa ha con l’ambiente. E’ periodicamente
aggiornabile e permette di orientare le scelte gestionali per quanto riguarda i costi ambientali nel settore del consumo energetico, dei rifiuti, degli usi idrici e di tutte quelle
connessioni con l’ambiente.



Complementare al Bilancio d’esercizio, viene redatto, diffuso e analizzato con specifici parametri seguendo linee di guida e determinate caratteristiche prefissate da
principali organizzazioni internazionali. Queste organizzazioni che si occupano della relazione azienda - ambiente sono:

• CEFIC (Council of European Chemical Industry – Consiglio dell’industria chimica europea)
• PERI (Public Enviromental Reporting Initiative – Iniziativa ambientale pubblica di segnalazione)
• FEEM (Fondazione ENI Enrico Mattei).

Come il Bilancio Sociale, quello ambientale è rivolto a diverse categorie di “stakeholders”:

1. interlocutori interni (dipendenti, azionisti),
2. mercato (i clienti, organizzazioni di consumatori, fornitori, imprese concorrenti),
3. soggetti finanziari (banche, compagnie assicuratrici),
4. organismi politici (nazionali ed internazionali),
5. gruppi d’opinione e interesse (mass-media, organizzazioni ambientalistiche, istituzioni religiose, istituzioni scientifiche).

A seconda della dimensione aziendale, i bilanci si distinguono in:

a. bilanci ambientali di sito, se i dati e le informazioni sono riferiti a singoli impianti o stabilimenti produttivi;
b. bilanci ambientali di corporate, se i dati e le informazioni riguardano un’aziendamultisito.

Il Bilancio Ambientale non ha un modello già predefinito, di riferimento, ma ogni impresa, a seconda delle proprie caratteristiche e usi aziendali, ne
stabilisce la struttura e il contenuto.
Viene redatto attraverso la costruzione di prospetti quantitativi che riassumono dati fisici e monetari della gestione ambientale, successivamente rielaborati per
stabilire l’orientamento aziendale.
Gli schemi su cui si basa questo tipo di bilancio riguardano:

• le risorse impiegate,
• i rifiuti prodotti,
• le emissioni in atmosfera,
• l’inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei,
• l’inquinamento del suolo e del sottosuolo,
• i rumori,
• le spese ambientali,
• la sintesi dei dati nel quadro contabile completo.

Il Bilancio Ambientale contiene degli indicatori utilizzati nella descrivere la problematica, molto spesso rappresentati in tabelle riassuntive per valutare:

• la gestione ambientale, l’impegno nel controllo degli aspetti ambientali;
• la pressione dell’attività e i fattori d’impatto generati dall’impresa sull’ambiente;
• la prestazione ambientale, per valutare l’efficienza ambientale svincolandola dal livello di produzione;
• l’effetto potenziale, cioè quale e quanto effetto che produce l’attività dell’impresa sull’ambiente;
• l’effetto ambientale, cioè le variazioni dell’ambiente dovute all’attività dell’azienda.




I vantaggi e le difficoltà che comportano l'introduzione e la certificazione di un sistema di gestione per la quantità o per la qualità ambientale sono aspetti interessanti per
gli imprenditori che si affacciano a questo mondo, "ascoltare" l'esperienza degli altri aiuta a prevenire errori e ad ottimizzare l'allocazione delle risorse, ed anche per gli operatori
i quali possono affinare la propria professionalità per rendere un servizio adeguato alle attese dei propri clienti.

• I benefici che ne trae un’azienda nella redazione di questo tipo di bilancio sta nel fatto che può ricavarne l’immagine che crea, e quindi valore. Può scaturire
lo soddisfacimento delle esigenze degli stakeholders, creare maggiore fiducia delle banche, delle amministrazioni pubbliche, delle compagnie assicurative, dimostrando quindi
un grande impegno nella gestione delle problematiche ambientali.
• Il Bilancio ambientale, quindi, non è solamente uno strumento di pubbliche relazioni, finalizzato a mostrare all’esterno un’immagine positiva dell’azienda, ma può diventare uno
strumento necessario a attribuire ai propri prodotti e servizi un vantaggio competitivo sul mercato;
• incrementare l’efficienza e l’efficacia dei processi produttivi e delle politiche di marketing;
• accedere ad agevolazioni e benefici fiscali.

Per questo nel novembre del 2004 la Commissione economica e contabilità ambientale del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti (CNDC) ha pubblicato il documento “Il report di
sostenibilità ambientale e sociale: principi e contenuti.” in cui sono affrontate le tematiche riguardanti la rendicontazione di sostenibilità, oltre che la responsabilità
sociale dell’impresa (RSI).

La redazione del Bilancio Ambientale soddisfa un'esigenza fondamentale della gestione sostenibile: la completa e corretta rappresentazione del rapporto impresa - ambiente non può
assolutamente limitarsi alla semplice considerazione dei dati rilevati degli usuali conti economico - finanziari.

L'impresa che misura il proprio impatto sull'ambiente al fine di ridurlo, potrà controllare i costi, ma potrà contemporaneamente beneficiare di nuove rospettive competitive legate al
miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia sia ambientale che economica.

Rendicontazione di Sostenibilità

Le prime teorie riguardo la rendicontazione sono state elaborate negli Stati Uniti durante gli anni Settanta. A quel tempo, vi era una forte pressione da parte di
investitori, consumatori e diversi stakeholders che chiedevano alle imprese, sistemi di governo e report idonei per la rilevazione, registrazione, valutazione, contabilizzazione dei
dati per poter misurare un valore, non solo contabile, e le azioni delle imprese sui beni “intangibili” (capitale umano, salvaguardia ambientale, immagine, alleanze), per
questo nacque questo tipo di documentazione. Gli argomenti e i contenuti di questo tipo di documento sono organizzati per la rappresentazione delle tre dimensioni di
rendicontazione: sociale, economica, ambientale. Sviluppato attraverso sperimentazioni da organizzazioni private e pubbliche, non viene redatto secondo una metodologia riconosciuta di
riferimento ma attraverso a degli standard disponibili ed implementati per il settore privato e solo recentemente per il settore pubblico.

La rendicontazione viene intesa come «processo complesso che deve derivare da un sistema organico informativo contabile, capace di rilevare anche la dimensione
ambientale e sociale, attraverso un sistema di indicatori già definiti».

Per sostenibilità, invece, si intende un complesso di rendicontazione economico – finanziaria (tramite il bilancio tradizionale), rendicontazione sociale (tramite il
bilancio sociale) e rendicontazione ambientale (tramite il report ambientale – vedi sopra), quest’ultima ritenuta di importanza prioritaria soprattutto per le grandi imprese
o multinazionali di produzione operanti del ambito internazionale dove questi principi si sono sviluppati. Le finalità della rendicontazione variano in funzione della natura
dell'azienda a cui ci si riferisce. Si redigono così, diverse procedure e tecniche di redazione del report di sostenibilità in relazione alle imprese, alle amministrazioni pubbliche e
alle organizzazioni privatistiche il cui obbiettivo non è la massimizzazione del profitto. E' «uno strumento tramite il quale rappresentare informazioni monetarie,
quantitative, qualitative relative agli effetti economici, sociali e ambientali prodotti dall'attività» raccolte attraverso schemi e procedure che ne consentono l'analisi,
l'interpretazione per valutare, programmare e stabilire gli obbiettivi etici per un processo gestionale e decisionale. Le prestazioni economiche, sociali, ambientali vengono, poi,
comparate con codici e standard di performance. Vi sono quindi delle linee guida sviluppate dalla CNDC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti), per fornire una cornice generale
dei principi di redazione che verranno utilizzati nella predisposizione, attraverso degli indicatori specifici dei settori ritenuti più a rischio. Per sviluppare gli indicatori in
un giusto e corretto modo, sono stati redatti alcuni protocolli tecnici, che forniscono definizioni e modalità più dettagliate sugli indicatori.

Attività di rendicontazione e classificazione dei documenti operativi

Non essendoci una struttura obbligatoria, l'azienda deve rispettare una certa linea, costituita dai seguenti elementi che descrivano:

- la mission dell'azienda,
- le caratteristiche e metodologie di redazione del report, (obbiettivi della rilevazione, dei principi che verranno seguiti e gli indicatori che verranno utilizzati),
- l'identità dell'azienda (descrizione, valori, obbiettivi prospettici, politiche gestionali),
- governance dell'azienda,
- mappatura degli stakeholders,
- performance economica, sociale, ambientale (azioni, indicatori, impatti),
- rendiconto sociale e pianificazioni future.

La redazione di questo tipo di documento deve rispettare alcuni criteri:la trasparenza, la periodicità, il coinvolgimento, la verificabilità, la contestualizzazione, la comparabilità,
la neutralità, la chiarezza, la completezza, la rilevanza, l'accuratezza. Il report include, inoltre, un capitolo dedicato alla verifica, alla chiarezza e all’affidabilità del
documento, secondo la valutazione dei terzi, e che i benefici attesi superino i costi.

A seconda del tipo di informazioni sulle quali si effettua la verifica, gli ispettori si possono avvalere di vari strumenti, come per esempio, l’analisi di dati, questionari,
osservazione diretta, consultazione con gli stakeholders, eccetera.

E’ fondamentale adottare, quindi, comportamenti socialmente responsabili da parte dell’impresa nella propria catena produttiva e i rapporti con gli stakeholders di riferimento.

L’impresa dovrebbe controllare le propria attività e utilizzare il proprio potere negoziale per provare a correggere distorsioni o atteggiamenti in conflitto con iPubblica post
propri valori. Una grossa difficoltà in cui ci si trova di fronte è quella di conciliare la comparabilità dei rendiconti con i vari settori economici, con i diversi contesti
territoriali, normativi e produttivi.

Esistono, per questo, corsi sulla rendicontazione sostenibile nelle aziende private sulla struttura, su come dev’essere organizzato per realizzarlo, sulla forma, sui contenuti.

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