“Abbiamo già ridotto moltissimo la quantità di lavoro che la società nel suo complesso deve fare per
ottenere la sua produttività attuale, ma poco di questo si è tradotto in benessere per i lavoratori
perché è necessario accompagnare l'attività produttiva con molta attività non produttiva. Le cause
principali sono la burocrazia e gli sforzi a tutto campo contro la concorrenza. Il software libero
ridurrà di molto questo drenaggio di risorse nell'area della produzione del software. Dobbiamo farlo
affinché i guadagni tecnici in produttività si traducano in meno lavoro per noi.»
Questa frase è stata pronunciata da Stalman (inventore dell’open source) in una intervista,
e se riflettiamo su questo pensiero ci accorgiamo che ha ragione. Infatti tratterò della
nascita del software proprietario che porterà a limiti troppo imponenti per i programmatori,
che non riescono ad accettare queste restrizioni e trasformano questo programma così
limitato nel Open Source e nel Free software.
Di seguito queste nuove invenzioni produrranno dei vantaggi nella vita dell’informatica e
proprio come diceva Stalman: “IL SOFTWARE DEVE RITORNARE LIBERO PROPRIO
COME QUANDO E’ NATO”.
Vedremo inoltre l’espansione che ha avuto questo software come si è sviluppato negli
ultimi anni e anche in che campi è stato applicato, studieremo le licenze che utilizza questo
software libero e ci sarà il confronto fra i 2 più importanti sistemi operativi.
n diritto, la proprietà è un diritto reale che ha per contenuto la facoltà di godere e di
disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli
obblighi previsti dall'ordinamento giuridico. Si parla di proprietà privata, o pubblica,
con riferimento allo status - privato o pubblico - del soggetto giuridico cui spetta la
titolarità del diritto.
Da qui ci ricolleghiamo al diritto riguardante il brevetto del software, secondo la
definizione adottata dall'Unione Europea.
Il SOFTWARE PROPRIETARIO indica quel software che ha restrizioni sul suo utilizzo,
sulla sua modifica, riproduzione o ridistribuzione, solitamente imposti da un proprietario.
Queste limitazioni vengono attuate tramite mezzi tecnici o legali:
• mezzi tecnici: rendono pubblico solo il codice binario del software, trattenendone il
codice sorgente che viene tenuto segreto. In questi casi la modifica del software
risulta molto difficile, ottenibile solo grazie a disassemblatori (traduttore dal
linguaggio macchina al linguaggio assembly)e ad elevate capacità informatiche
• mezzi legali: licenze, copyright e brevetti
La tutela della proprietà del software proprietario viene considerata una opera
dell’ingegno con la conseguente applicazione della normativa sul diritto
d’autore identificato come Copyright che deriva dal decreto legislativo 29
dicembre 1992, n.51 (relativo alla tutela giuridica dei programmi per
elaboratore).
Per ottenere i diritti d’autore dobbiamo rivolgerci alla SIAE ( Società Italiana degli Autori ed Editori) un ente pubblico economico a base associativa, preposto alla protezione e all'esercizio dei diritti d'autore.
In particolare la SIAE, come prescritto dagli articoli 180-183 della legge sul diritto d'autore, agisce come ente intermediario tra il pubblico e i detentori dei diritti, occupandosi di:
1. concedere licenze e autorizzazioni per lo sfruttamento economico di opere, per conto e nell'interesse degli aventi diritto
2. percepire i proventi derivanti dalle licenze/autorizzazioni
3. ripartire i proventi tra gli aventi diritto.
La violazione del copyright
La locuzione pirateria informatica (o pirateria) indica illeciti di varia natura perpetrati tramite l'utilizzo improprio di applicazioni, software e/o reti informatiche.
I detentori di diritti d'autore utilizzano sovente la stessa locuzione come sinonimo di "copia vietata".
Alcune delle azioni configuranti pirateria (perseguita in molti paesi, ma non in tutti) derivano da un uso improprio del diritto di utilizzare il software secondo le condizioni alle quali è stato rilasciato dall'autore o dal detentore dei diritti economici di sfruttamento dell'opera (a volte racchiuse in una licenza d'uso). La forma di perseguibilità giuridica varia a seconda delle legislazioni ed è stata oggetto di considerazione sia a livello europeo che internazionale.
La pirateria degli utenti finali e la pirateria domestica
La pirateria domestica è una controversa figura che concerne la duplicazione di programmi, musica, video in ambito domestico tramite masterizzazione e divulgazione del materiale ad una cerchia ristretta di persone, per lo più di ambito familiare o assimilabile.
Legislazioni di alcuni paesi, più spesso in occasione di sentenze, hanno però stabilito la liceità della copia personale ed in alcuni casi l'illiceità di clausole della licenza d'uso eventualmente in contrasto con tale pratica.
A questa condotta è stata talvolta assimilata anche quella di effettuare aggiornamenti del software senza disporre di licenza e della copia legale da aggiornare, sebbene la considerazione giuridica per queste fattispecie sia in genere notevolmente differente, consistendo a fini legali nell'indebita acquisizione di applicativi.
Il partito pirata
Negli ultimi anni sono nati, in vari paesi, diversi partiti politici denominati Partito Pirata, a
partire dal Piratpartiet svedese. L'intento è quello di modificare, sia legalmente, sia concettualmente, il copyright e il diritto d'autore, in quanto sono considerati troppo sbilanciati in favore dello sfruttamento
economico a scapito dello sviluppo culturale della società. Nel marzo del 2006 in Italia si è formato il gruppo denominato Partito Pirata, costituitosi in Associazione libera fra cittadini nel settembre 2006, con lo scopo di proporre e dialogare con il legislatore, invitandolo ad intervenire sui temi del copyright e del diritto d'autore.
In buona parte dei paesi occidentali sono state istituite specialità delle forze di polizia per il contrasto alla pirateria. In Italia la Polizia di Stato ha attivato un nucleo di polizia presso la Polizia postale. Ci sono anche organizzazioni private, talvolta realizzate da aziende interessate alla tutela dei diritti di sfruttamento economico delle opere. La Business Software Alliance (BSA) è un'organizzazione di contrasto alla pirateria informatica fondata nel 1988.
In Italia è altresì è nato, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato tecnico
contro la pirateria digitale e multimediale, istituito nel 2008 dal Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi.
In questa ottica successivamente sono nati l’open source e il free
software
L’OPEN SOURCE o (sorgente aperto) è un software libero, definito un BENE PUBBLICO quindi non può appartenere a pochi soggetti monopolistici che ne traggono profitto! Viene utilizzato come uno strumento di
conoscenza, una piattaforma su cui qualunque persona può continuamente costruire un sapere, favorendone il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori
indipendenti al codice sorgente. Tutto questo è possibile tramite delle licenze e il copyleft attraverso le quali l'autore, in quanto detentore originario dei diritti sull'opera, indica ai fruitori dell'opera che essa può
essere utilizzata da chi ne vuole fare uso!
Quando, come e da chi è nato questo software così rivoluzionario?
L’idea del software libero nasce agli inizi degli anni ’80, quando lo sviluppo del codice cominciò a passare di mano dalle università alle aziende, ponendo un pesante freno alla collaborazione che caratterizzava il lavoro di gran parte dei programmatori e dei sistemisti dell’epoca, soprattutto con i patti di non divulgazione che le aziende facevano firmare ai programmatori che assumevano. In realtà il software di natura commerciale esisteva fin dalla nascita dell’industria dell’informatica. Ma la sua concezione era totalmente diversa
da quella che si sviluppò nel corso degli anni. Però l’open Source deve il suo impeto al movimento per il software libero capeggiato dal suo portavoce ed appassionato fondatore Richard Matthew Stallman che nasce nel 1953 a New York City.
Lavorava alla IBM New York Scientific Center, nel laboratorio di intelligenza Artificiale
M.I.T (Massachussets Institute of Technology) Dal 1971 al 1983, ingaggia un’infaticabile battaglia per un sistema “aperto” a tutti gli utenti, contro l’utilizzo obbligatorio di codice di accesso e contro i segreti dei sistemi di sicurezza.
Fu così che nel 1983 fondò la Free Software Foundation (FSF), un’organizzazione no-profit per lo sviluppo, la promozione e la divulgazione del software libero in tutte le aree informatiche. Bandiera portante della FSF fu lo sviluppo di un sistema operativo ispirato a Unix che Stallman chiamò progetto GNU, un acronimo ricorsivo (GNU is Not Unix). Lo scopo del Progetto GNU era la creazione di un sistema operativo completamente libero. Stallman così nel 1997 con un gruppo di persone realizzò un manifesto
della Open source definition in cui vengono stabiliti i principi fondamentali basati sulla: fruibilità
gratuita del codice sorgente possibilità di modifica perpetuazione delle licenze. Lo scopo di Stallman era ottenere un software come alle origini LIBERO Questa nuova idea porta a un mondo informatico LIBERO, CREATIVO e SENZA VINCOLI I software liberi più utilizzati sono molti, ma principalmente LINUX
Linux è un sistema operativo completo di software libero, sullo stile di Unix. GNU è l'acronimo di "GNU's Not Unix". Stallman ha dato l'annuncio iniziale del progetto GNU nel settembre 1983. Una versione più rinnovata è il Manifesto GNU, stato pubblicato nel marzo 1985. Successivamente è stato tradotto in molte altre lingue in tutto il mondo.
Il nome "GNU" è stato scelto perché possiede alcuni requisiti:
• è un acronimo ricorsivo per "GNU's Not Unix"
• è una parola vera
• è divertente da dire (o cantare)
Richard Matthew Stallman
Il Progetto GNU è stato concepito come un modo di riportare lo spirito cooperativo che prevaleva nella comunità informatica negli anni precedenti, per rendere possibile la operazione e eliminando gli ostacoli
imposto dal software proprietario. Linux o meglio chiamato GNU/LINUX nasce nel 1991 da uno studente
universitario lIinus Torvalds, in seguito a una polemica con un proprio docente universitario.
Questo sistema operativo è un SOFTWARE LIBERO costituito da un kernel (il nucleo centrale del sistema operativo) e liberamente modificabile da qualunque programmatore. Nei primi anni di vita Linux, era un semplice emulatore di terminale scritto in C e assembly (linguaggio di programmazione, quello più vicino al
linguaggio macchina), non aveva bisogno di appoggiarsi a un sistema operativo. L'emulatore di terminale avviava e gestiva due thread (processi): uno per mandare segnali alla porta seriale, uno per riceverli; quando poi Linus ebbe bisogno di leggere e scrivere file su disco, questo emulatore fu esteso in modo che potesse
gestire un file system (dispositivo di archiviazione). Lentamente, questo programma si trasformò in un intero kernel (nucleo attuale) in grado di gestire un sistema operativo.
La prima versione del kernel Linux, la 0.01, fu pubblicata su Internet il 17 settembre 1991,
mentre la seconda nell'ottobre dello stesso anno.
Ma il free software e l’open source sono uguali?
I termini Software Libero e Open Source vengono usati per indicare quella che è sostanzialmente la stessa cosa, ma da punti di vista nettamente diversi. Il Software Libero, nato agli inizi degli anni ottanta, indica software la cui licenza soddisfa una definizione in quattro punti prevalentemente basata su concetti etici, quali la possibilità di studiare, di aiutare il prossimo, di favorire la comunità. L’Open Source, nato alla fine degli anni novanta si riferisce alla Open Source Definition, a sua volta derivata dal software Debian (in inglese Debian Free Software Guidelines, in sigla DFSG) è un insieme di principi sviluppati e condivisi dai creatori e dai sostenitori del progetto Debian, che è una distribuzione Linux largamente usata e sviluppata attraverso la
collaborazione di volontari da ogni parte del mondo.
Linus Torvalds Una serie di 10 punti pratici che definiscono quali criteri legali debba soddisfare una
licenza per essere considerata effettivamente libera, ovvero, con il nuovo termine, open
source. Il movimento del Free Software e quello Open Source sono come due partiti politici
all'interno della comunità del Software Libero. La relazione tra il movimento del Software Libero e quello dell’ Open è sugli aspetti pratici. Non vediamo il movimento Open Source come un nemico. Il nemico è il software
proprietario.
Le quattro libertà offerte dal free software sono:
1.Libertà di usare il programma senza impedimenti;
2.Libertà di aiutare se stesso studiando il codice disponibile e modificandolo in base alle proprie esigenze;
3.Libertà di aiutare il tuo vicino, cioè la possibilità di distribuire copie del software rielaborato, rendendolo così accessibile a tutti;
4.Libertà di pubblicare una versione modificata del software;
I principi base dell'open source sono:
1.Libertà di redistribuzione (sta poi al singolo decidere se farlo gratuitamente o se far
pagare il prodotto);
2.Libertà di consultare il codice sorgente;
3.Necessità di approvazione per i prodotti derivati;
4.Integrità del codice sorgente dell'autore;
5.Nessuna discriminazione verso singoli o gruppi di persone;
6.Nessuna discriminazione verso i settori di applicazione;
7.La licenza deve essere distribuibile;
8.La licenza non può essere specifica per un prodotto;
9.La licenza non può contaminare altri software;
10.La licenza deve essere teconologicamente neutrale;
Per quanto riguarda il free software la licenza utilizzata è la GNU Public License (GPL). Questa licenza fu ideata da Stallman stesso: essa mira a rispettare i principi precedentemente esposti, introducendo il copy left per garantirli. Con il termine copy left si intende quel meccanismo per cui dopo un'elaborazione di un software libero è vietato ridistribuirlo come software proprietario ed è inoltre necessario segnalare le modifiche
attuate all'autore del software.
Questa licenza permette agli autori di mettere la propria proprietà intellettuale al servizio della comunità. In seguito si osservò che non tutti gli sviluppatori erano soddisfatti da questa licenza, nel 1991 venne quindi scritta la LGPL. La LGPL permette di inserire codice in programmi liberi o proprietari, senza che questo
influisca sulla licenza finale del software.
Queste licenze limitano il pubblico dominio (possibilità di vendere modifiche apportate ad un software libero).
1. GNU Public License, prevista anche in questo caso
2. Mozilla Public License (MPL): essa si differenzia dalla GPL per due elementi, cioè per la possibilità di unire software libero con software proprietario e anche perché, grazie ad essa, non è più obbligatorio rendere disponibili all'autore le modifiche apportate;
3. Berkeley Software Distribution (BSD): del tutto analoga a quella precedente si avvicina ancor più al concetto di pubblico dominio.
Le licenze riconosciute dalla FSF come adatte al Software Libero sono più o meno le stesse di quelle accettate per il software Open Source.
Ricordiamo infine le licenze per la documentazione come la GNU Free Documentation License, Creative Commons non è invece propriamente una singola licenza ma un'intera famiglia.
Sia la Open Source Initiative (OSI) che la Free Software Foundation (FSF) hanno valutato con propri criteri le licenze utilizzate per la distribuzione di software., non tutte le licenze
approvate esplicitamente dalla OSI sono considerate free dalla FSF, la quale considera free e
persino compatibili con la GPL alcune licenze non approvate dalla OSI.
Quest'ultima differenza è dovuta verosimilmente al fatto che le licenze vengono approvate dalla OSI dietro richiesta di chi le ha scritte, mentre il giudizio sulle licenze non scritte dalla FSF è stato dato da questa su propria iniziativa, per fare chiarimento rispetto alla compatibilità con la propria licenza GPL e anche per ribadire il proprio concetto di "free".
Sono esempi di licenze:
• Berkeley Database License (Sleepycat Software Product License)Ambito informatico - aziendale
Area di Progetto 54
Classe 5^ Informatico C
• GNU Lesser General Public License (LGPL)
• GNU General Public License (GPL)
Quello che accade nella pubblica amministrazione
I free software sono necessariamente open source ma un open source non è necessariamente un free software.
Quindi possiamo dire che la licenza d’uso esiste sempre, ed è proprio grazie ad essa che la
modifica si espande! Molti paesi come Germania,Spagna, Regno Unito e Francia infatti hanno stabilito che
l’amministrazione Pubblica deve usare sistemi operativi come Linux o almeno programmi open source e nel caso rimangono software non liberi rispondendone patrimonialmente con una multa! Di conseguenza in futuro il software proprietario diventerà praticamente nullo nella pubblica amministrazione.
In ITALIA ogni anno la Pubblica Amministrazione spende ingenti somme (all’incirca 36MILIONI DI EURO solo nel 2006) per l’acquisto delle LICENZE MICROSOFT da installare nei pc degli uffici, delle scuole e delle università. Soldi provenienti DALLE NOSTRE TASSE e che potrebbero essere risparmiati senzaproblemi, utilizzando programmi “Open Source”, analoghi a quelli già in uso ma COMPLETAMENTE FREE, come Linux. Infatti per questo motivo ora la pubblica amministrazione del nostro paese sta valutando i
possibili benefici derivanti dall'azione di formati aperti, come si può evincere dall'emanazione di direttive volte a sensibilizzare gli enti in questa direzione. Un punto di riferimento è la direttiva Stanca, in cui si richiede esplicitamente l'adozione di soluzioni informatiche in grado di gestire almeno un formato aperto. Il Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, l'ente governativo che si occupa di supportare le amministrazioni nell'utilizzo efficace dell'informatica, gestisce un Osservatorio Open Source destinato ad analizzare e promuovere l’uso e la diffusione di codice a sorgente aperto. Attualmente la PA del comune di Firenze, del comune di Lodi e del comune di Roma hanno adottato il software libero, e anche nelle scuole della provincia di Bolzano è stata adottata questa scelta.
La libertà e la sicurezza
Oggi si registra una forte tensione tre due esigenze contrapposte che sono:
• l’esigenza di protezione dell’innovazione
• l’esigenza della fruibilità sociale dei risultati di quella innovazione
Da questa “visione” vi sono anche degli aspetti problematici sulla distorsione ideologica e in parte sulla sicurezza di tali sistemi!
L’aspetto ideologico consiste principalmente nella volontà di contrastare il concetto di proprietà intellettuale che appare della cultura del capitalismo. Un esempio potrebbe essere la Microsoft, perché viene considerata come monopolista del software e ostacolo della libertà.
La sicurezza dei sistemi informatici gestisce attività e funzioni altamente delicate e vulnerabili in settori strategici come quella della comunicazione, della difesa, dell’energia, della giustizia, della produzione industriale, dei trasporti.
Un esempio fondamentale è MICROSOFT che ha aderito al programma GOVERNMENT SECURITY con cui offre al personale governativo degli Stati clienti la possibilità di consultare il codice sorgente di Windows e di collaborare con la stessa Microsoft per migliorare e potenziare le funzionalità di sicurezza di Windows e realizzare gli obiettivi individuati dagli stessi governi.
Nel 2001 Microsoft ha lanciato SHARED SOURCE INITIATIVE che include uno spettro di tecnologie e licenze.
L'iniziativa Shared Source di Microsoft nasce con l'obiettivo di condividere il codice di
progetti software – finora circa 650 – e di collaborare con gli sviluppatori esterni, i partner
e i governi. Nonostante si possa considerare come un passo significativo in direzione
dell'open source, l'iniziativa non rientra ancora nei canoni dell'Os; ma, se la richiesta alla
Osi dovesse essere approvata, ogni progetto nato nei laboratori della Shared Source
Initiative sarà protetto da una licenza open source a tutti gli effetti, rendendo ufficiale
l'opera di Microsoft e obbligando l'azienda a sottostare ai vincoli standard.
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